Castrocaro Terme e Terra del Sole
Le origini di Castrocaro sono antichissime, tanto da perdersi nella leggenda. Per alcuni storici la località, denominata dai Romani “Salsubium” (per la ricchezza delle acque salse presenti nel suo territorio) in epoca medievale prese il nome di Castrocaro (Dante Alighieri sarà il primo ad usare questo vocabolo con l’attuale grafia nella Divina Commedia), come derivazione o da “Kaster kar” (che in lingua celtica sta ad indicare uno sperone roccioso): o da “Castrum Cari” (cioè accampamento di Caro o Carino, imperatori romani della decadenza, 282/285 d.C.); oppure, infine, da “Castro Aucario” o “Castro Cario” (termini ricorrenti in alcune pergamene autentiche dei secoli XII e XIII, esistenti presso l’Archivio di Stato di Ravenna).
La mancanza di reperti atti a dimostrare la presenza di un fortilizio lascia supporre che i primi popoli abitatori di questo luogo vivessero in accampamenti e si dedicassero alla lavorazione della terra infatti, la prima testimonianza scritta dell’esistenza di un “castrum” (castello) nel castrocarese risale all’anno 1059.La storia politica di Castrocaro abbraccia due periodi ben distinti:il dominio diretto o indiretto, e quasi ininterrotto, della Chiesa fino al 1403 e quello di Firenze dal 1403 all’Unità d’Italia, salvo il periodo napoleonico.Nel corso del primo periodo la località fu governata dagli arcivescovi di Ravenna e dalle famiglie nobili dei Berengari e dei Conti di Castrocaro. Avvenuta la “cacciata” o l’estinzione della famiglia comitale agli albori del 1300, il Castello per molti anni fu motivo di lotte fra le famiglie nobili delle città vicine (Calboli, Orgogliosi, Ordelaffi e Manfredi) che molte volte scesero in lotta fra di loro per aggiudicarsene il possesso. Castrocaro per alcuni periodi, in analogia a quanto accadeva nelle città di pianura dove sorgevano forme di governo comunali, riuscì a rendersi indipendente da tali governanti, ma, a causa delle continue molestie e dei danni provocati dai feudatari scacciati, dovette sempre ricorrere alla protezione della Chiesa.
Per le sue caratteristiche militari di difesa Castrocaro, dal 1291 al 1336, fu scelta più volte come residenza da rettori o vicari della Romagna, inviati dal papa o dal re di Napoli a governarla, tanto che la cittadella figurava come una delle “contee nobili della Romagna”. Le precarie condizioni economiche dello Stato pontificio (aggravate ulteriormente dallo Scisma d’Occidente) costrinsero il papato a chiedere prestiti ai Fiorentini, cedendo Castrocaro ed il suo territorio come pegno. Così Firenze, dopo aver prestato nel 1394 al papa Bonifacio IX la somma di 18.000 fiorini d’oro, nell’anno 1403, con l’esborso di altri 2.000 ottenne, dal castellano Tommaso conte de Novis, la consegna del “Castello con la Rocca di Castrocaro”. Sotto il “dominio” di Firenze per molti anni la località venne eretta a capoluogo di gran parte delle terre che i Fiorentini possedevano nella Romagna-Toscana e divenne sede degli organi governativi: Capitano di giustizia e Commissario generale. Con la costruzione di Terra del Sole (a.1579), trasferiti nella Cittadella medicea gli uffici amministrativi e giudiziari, l’importanza di Castrocaro, lentamente declinò fino al punto di ridursi un borgo rurale.
Trascorsi oltre due secoli e mezzo, quando tutto lasciava intravedere che la località sarebbe rimasta relegata a modesto centro agricolo, nell’anno 1830 il prof. Antonio Targioni Tozzetti scoprì lo jodio ed il bromo presenti nelle acque minerali che scaturivano dal suo sottosuolo.In seguito all’uso delle acque a scopo terapeutico, si sviluppò l’industria termale e fu allora che gli abitanti del luogo, anche per sanare un’antica “ingiustizia”, diedero l’avvio alle pratiche per il trasferimento della sede comunale da Terra del Sole a Castrocaro. La richiesta, inviata a Firenze il 1 ottobre 1898, faceva appello al più elevato numero di abitanti, al superiore estimo globale, alle maggiori attività commerciali e artigianali e, non ultimo, al movimento turistico.
Respinta questa istanza dalla Prefettura di Firenze, i Castrocaresi, nel l’anno 1924 (dopo che la località con Regio Decreto 4 marzo 1923 era stata aggregata alla provincia di Forlì), riproposero questa loro rivendicazione agli organi competenti e, in data 12 febbraio 1925 con Decreto Reale vennero “autorizzati il trasferimento della Sede municipale del Comune di Terra del Sole e Castrocaro (denominazione in atto dall’anno 1872) dall’attuale capoluogo alla frazione di Castrocaro ed il cambiamento della denominazione del Comune in quella di Castrocaro e Terra del Sole”.Per dare maggiore risalto all’attività economica preminente del territorio, in data 31 marzo 1962 il Comune assunse il nome di Castrocaro Terme e Terra del Sole.
Le principali attrattive
A Castrocaro
Dal punto di vista storico culturale si evidenziano:
- FORTEZZA MEDIEVALE, aperta al pubblico tutto l’anno, e meta di migliaia di visitatori. All’interno troverete un bellissimo museo medievale, con armi, arredi, dipinti ecc., l’Enoteca ufficiale della Strada dei Vini e dei Sapori di Fo-Ce, è inoltre l’unica in Italia a svolgere gli originali spettacoli di falconeria.
E’ uno dei 7 castelli delle Emilia Romagna scelti nel PROGETTO CASTRUM per l’innovativo riuso culturale e turistico. Per notizie più dettagliate potete vedere il sito: www.proloco-castrocaro.it
- Battistero di San Giovanni alle murate recentemente restaurato: struttura circolare nata con funzioni di torre di avvistamento.
A Terra del Sole
Archivio Storico Comunale posto nel Castello del Capitano di Piazza o Porta Romana. Sono conservati documenti e manoscritti che datano dal 1490 al 1945. Di grossa consistenza il fondo criminale relativo all’amministrazione della giustizia nella Romagna toscana.
Palazzo Pretorio o dei Commissari: originariamente sede del tribunale di prima istanza della Romagna toscana, delle carceri cinquecentesche degli appartamenti del Bargello nonché del commissario granducale, ospita ora il museo etnografico della civiltà contadina. Le carceri sono tuttora esistenti e in discreto stato di conservazione ma chiuse alla visita di gruppi numerosi.
Monte Poggiolo: sito rinomato di importanza archeologica dove sono tuttora in atto scavi sotto il controllo della competente sovrintendenza. Presenta una antica rocca sorta con funzioni di avvistamento. Impraticabile alla visita per problemi di pubblica sicurezza.
Castrocaro, oltre che per il suo concorso di «Voci nuove», è noto per il suo complesso termale, la cui storia è stata tratteggiata con efficacia nel volume di Renato Coppe sulla provincia di Forlì (Aniballi Edizioni).
Nota fin dai tempi degli umbri (con il nome di Solona) e dei romani, come territorio ricco di acque salse, Castrocaro Terme sviluppa la sua attività termale vera e propria nel 1830, con la scoperta, per opera dell’insigne medico, chimico e naturalista prof. Antonio Targioni Tozzetti, delle altre componenti peculiari delle acque e cioè bromo e iodio, oltre al sale, contenuto in abbondanza.
Dal 1850 sorgono alcune iniziative private per lo sfruttamento delle proprietà termali delle acque (Marescotti, Frassineti) ma è soprattutto per l’iniziativa di Aristide Conti che si riuscì a realizzare opere ragguardevoli e a valorizzare il centro termale che porta ancora la sua impronta.
Al Conti si deve anche, verso la fine del secolo scorso, l’introduzione delle cure mediante inalazioni (1896) e fangoterapia (1900).
Con il passaggio del complesso termale allo Stato (venne demanializzato nel 1949 e trasformato in società per azioni a partecipazione statale nel 1961), venne costruito un grande stabilimento termale, un Grand Hotel e un Padiglione delle Feste (ora Palazzo dei Congressi). Negli anni ‘70, con lo sviluppo dell’attività, viene realizzato un nuovo stabilimento termale (1975) e potenziate le strutture ricettive; così Castrocaro Terme si struttura gradualmente fino alla realtà odierna, diventando uno dei centri termali più conosciuti a livello nazionale e il più importante della Romagna. Le acque salsobromoiodiche e litiose di Castrocaro sono riconosciute efficaci nella cura di molte affezioni, tanto che insigni clinici, come l’illustre medico Augusto Murri, una celebrità dell’ateneo bolognese, le hanno sempre consigliate con grande convinzione e certezza ai loro pazienti
LE TERME
Bagni salsobromoiodici e sulfurei, bagni ozonizzati, fanghi salsobromoiodici e sulfurei, idromassaggio in piscina, idropercorso vascolare, irrigazioni vaginali, inalazioni, nebulizzazioni, humage, aerosol, irrigazioni nasali, insufflazioni tubo-timpaniche, politzer, balneoterapia orale, massoterapia, chinesiterapia in acqua, ventilazioni polmonari, ginnastica respiratoria e rieducativa, bibita. Ad ogni reparto sovrintende un’equipe medica specializzata.
Normativa delle cure Convenzionate
Le Terme di Castrocaro sono convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale per le seguenti cure: fanghi con bagni terapeutici, fanghi con docce di annettamento, bagni terapeutici, bagni con idromassaggio per postumi di flebopatie di tipo cronico, cure inalatorie (24 applicazioni), ciclo integrato della ventilazione polmonare controllata, cura della sordità rinogena (12 insufflazioni o Politzer e 12 inalatorie), irrigazioni vaginali con bagno, irrigazioni vaginali, docce rettali. Per poter usufruire di un ciclo di cura a carico del Servizio Sanitario Nazionale è sufficiente richiedere al proprio medico il rilascio della relativa prescrizione o ricetta e presentarsi allo stabilimento prescelto, presso il quale si effettuerà il pagamento del TICKET previsto dalle normative vigenti.
Le Terme di Castrocaro sono, inoltre, convenzionate con INAIL ed ENASARCO.
Si rammenta a tutti coloro che necessitano di usufruire del ciclo di cura termale per malattie artroreumatiche che, per poter effettuare la tradizionale e largamente affermata fangoterapia di queste Terme, occorre richiedere la prescrizione medica per < <12 fanghi e 12 bagni terapeutich>>. E utile portare con sé un elettrocardiogramma recente.
Parimenti si ricorda a tutti coloro che necessitano di bagni con idromassaggio per postumi di flebopatie di tipo cronico (vene varicose e disturbi della circolazione degli arti inferiori) che, oltre ad essere in possesso della regolare prescrizione rilasciata dal proprio medico curante, è opportuno presentarsi muniti dei referti dei seguenti esami ematochimici: azotemia, glicemia, uricemia, colesterolo totale e HDL, trigliceridi. I referti non dovranno risalire a data anteriore a 3 mesi dall’inizio del ciclo di cura.